Quest’opera è uno strano - ma affascinante - miscuglio tra la saggistica e la fiction. L’ autore si disperde in numerose riflessioni riguardo la visione dell arte, del sesso, del nudo e dell uso del corpo, della religione stessa nella cultura cosiddetta “araba” rispetto invece all Occidente, rappresentato da Picasso. In queste lunghe riflessioni spunta, silenzioso e frastornato, un personaggio che cerca di comprendere se esplodere in mezzo al museo o lasciare che la visione delle teli intacchi il suo animo.
Non esattamente il mio genere ma interessante ed appassionante. Consigliatissimo.
Uno dei libri più belli che abbia letto. Forte, colpisce l’ animo e ti lascia senza fiato, come un colpo in faccia. Tutti i personaggi ti entrano nel cuore, segui le loro (purtroppo) realistiche disavventure e gravi problemi che comportano la vita di una persona transessuale, obbligata ad una vita di prostituzione e abusi. Un libro che lascia il segno, con uno stile semplice e d impatto, senza possibilità di confusione. Solo una piccola nota di magia e trasformazione spaventa e attrae il lettore nel racconto, cercando di capire dove si ferma l’ autobiografia e doveva inizia il fantastico.
Il diario di bordo descritto dall’autore porta in scena, grazie anche all uso di immagini disegnate dallo stesso Čapek, meravigliosi scenari nordici. Il viaggio, compiuto nel 1936 con la moglie, da a Čapek l’ opportunità di osservare da vicino spettacoli naturali che riporta a noi lettori con grande bravura, tanto che ci pare essere accanto a lui per tutta la durata de libro. La magnificenza che ci ritroviamo davanti è descritta come un perfetto locus amoenus, non toccata dalla terrificante bruttura della guerra mondiale da cui l’ autore sembra quasi, per un momento, scappare via.
Un racconto diaristico nella mente di un assassino, in cui la storia viene raccontata a partire dalla fine in una serie di quaderni. Il tema colpisce e l’ uso del diario riguardo i pensieri di un assassino poco acculturato e pieno di traumi rende la lettura difficile e al contempo affascinante. Un libro veloce ma intenso, che non si risparmia e chiarisce bene la situazione personale e contestuale in cui vive il protagonista.
All’inizio ammetto di averci messo un po’ ad ingranare. I personaggi sono tanti, divisi per generazione, e ritrovare una linea da seguire all’inizio era abbastanza difficile. Però una volta che si comprendono le relazioni che s intrecciano tra di loro diventa tutto molto più semplice, interessante e affascinante. La parte centrale è sostanzialmente la più corposa e anche la più bella, non riuscivo a smettere di leggere. Un’ottima lettura, mi ha accompagnato per diversi giorni e alla fine mi è dispiaciuto terminarla. Un libro che consiglio vivamente a tutti, sia per il tema, lo stile di scrittura e i legami dei personaggi.
Ho aggiunto qualche punto perché la scrittura infantile e dolce ha reso la lettura molto più facile e simpatica. Si cerca di capire, però, dove sia il vero punto della questione. C’è un enorme primo atto in questa Storia, mentre il secondo e il terzo sono velocissimi e troppo semplificati. È una bella storia per bambini e ragazzi, facile da consigliare, ma meritava un po’ più di struttura.
Purtroppo non credo di essere la persona adatta a questo libro e faccio anche fatica a comprendere il motivo. È un’idea interessante, ma purtroppo non sono riuscita a appassionarmi ai personaggi e alla loro non esistente storia d amore, mancata sul nascere. È un buon libro per qualche ora di relax, una bella riflessione.
Avrei preferito mettere un 2, ma aggiungo anche un 0.5 in quanto l’ idea della trama è buona. Un bel mistero, dei bei intrecci per risolverlo, ma… il resto non va bene.
La scrittura è semplice, quasi poco editata, lascia molto a desiderare soprattutto dato che si rifà ad un parlato storico. I dialoghi a volte non sono credibili, sanno di moderno. I personaggi hanno mentalità del tutto moderne, le loro azioni sono spesso e volentieri date dall’ “istinto” ma in realtà è semplice bisogno di trama. Le relazioni sono poco approfondite, hanno tutti i cliché del caso, simile ad una fan fiction basica. È un primo tentativo, ma ancora troppo scialbo. Si poteva fare di meglio con la trama che si aveva in mente.
Non sarà forse il mio genere, ma non sono riuscita a cogliere fino in fondo la bellezza di questo libro. Comprendo la volontà di osservare trance de vie da un punto di vista diverso, quasi eterno e onnipresente, che potremmo identificare come quello del Sole. Eppure le storie appaiono fini a loro stesse, in quell’ attimo descritto. E c’è bellezza nel vedere queste immagini, ma mi paiono immagini dipinte sull’ acqua, che presto si esauriscono e perdono nella corrente. Il surrealismo aiuta la creazione di un’ immagine momentanea e nello stesso momento eterna, ma appena il racconto termina lascia solo un vago ricordo di quel lampo di luce.
Bello, ma mi pare un solo esercizio di stile da osservare con grazia.