A review by saradallapalma
Storia della bambina perduta by Elena Ferrante

5.0

E' difficile parlare di questo libro senza fare troppi spoiler sulla trama o su quello che effettivamente succede al suo interno. Quello che vi posso dire è che, nuovamente, Elena Ferrante ci porta un libro con tematiche nuove e intrecci complessi ma pur sempre interessanti.
Se fino a questo punto siamo arrivati a seguire la storia di Lila e Lenù, molto spesso separate o in conflitto, in questo volume troviamo le due finalmente in rapporti abbastanza pacifici. Le due vivono un bel periodo in cui stanno bene insieme, sembrano le amiche che non avevamo mai davvero visto, forse anche data l'età in cui il romanzo è ambientato.
Poi tutto va a rotoli, ma Ferrante riesce a farlo più e più volte e penso che questa sia la cosa che più ho apprezzato di questo volume. Nei tre libri precedenti, la storia era in salita ma i colpi di scena - per la maggior parte - avvenivano verso la fine del romanzo. In questo caso, dopo una linearità cospicua, abbiamo avuto un colpo di scena dopo l'altro che è anche una bella metafora di cosa è davvero la vita. Una serie infinita di cose che accadono, problemi uno dopo l'altro. Non che prima non sia stato così, ma ho notato che in questo volume è stato più prominente.
Altro fattore che ho amato particolarmente sono state le due tematiche contrastanti nel corso del libro: la crescita e la morte. Ovviamente, più avanti si va con l'età, più le persone a noi care tendono a morire. D'altro canto, vediamo anche la crescita di personaggi precedentemente introdotti o nuovi di questo volume. Ma non è solo una crescita dal punto di vista di età, è anche una crescita culturale, politica, mentale e di progresso. Durante il romanzo anche Elena si rende conto che negli anni in cui lei ha vissuto ci sono stati mille progressi che, per esempio, il gruppo di persone della mia età non può dire di aver vissuto.
Infine, il finale è stato qualcosa di un po' inaspettato. Già dal primo volume, Elena Greco ci 'spoilera' la fine di Lila o comunque quello che succede. Questo l'ho trovato molto realistico, sia per Lila in sé sia per il rapporto tra le due. Le ultime due pagine sono state devastanti (così come anche la fine della prima parte, posso ancora sentire il mio cuore accelerare al pensiero di quelle pagine), non solo perché stavo finendo una serie che mi aveva accompagnato per un anno. Il devasto principale è stato dato dal fatto che la storia sembra incompleta. Come dice anche Lenù, si potrebbe parlare all'infinito di ciò che succede a Napoli, della sua vita e di Lila, ma non sarebbe giusto. C'è stata sì una chiusura ma è stata una chiusura - secondo me - anche un po' aperta. Ferrante, infatti, ci lascia con l'amaro in bocca perché non sappiamo davvero niente o forse sappiamo tutto.
Non lo sapremo mai e questo è sicuramente una delle cose che più ho amato.