devo assolutamente ringraziare il podcast “demoni urbani“ per aver parlato di questo libro in uno dei suoi episodi (sfortunatamente non mi ricordo quale!). Non avevo mai letto niente dell’autore, nonostante sia globalmente famoso. Lo stile di scrittura mi ha molto preso, mi faceva venire voglia di continuare la lettura e l’ho trovato molto scorrevole.
La storia è stato è stata altrettanto interessante: Veronica decide di suicidarsi, ma non riesce nel suo intento. Viene così messa in un manicomio dove incontra diverse persone, anch’esse, afflitte da disturbi mentali. Durante la sua permanenza, la nostra protagonista non solo cercherà di capire che cos’è la pazzia, cosa significhi essere matti, ma riuscirà anche a comprendere quanto il suo gesto sia stato “affrettato”.
Infatti, secondo me, questo libro vuole essere un incitamento al godersi la vita. Quello che i vari personaggi vivono, quello di cui si rendono conto in questo centinaio di pagine, e che la vita deve essere vissuta non secondo le aspettative che noi ci facciamo della vita o che gli altri ci impongono, ma dobbiamo viverla essendo “matti”.