Sfortunatamente ho visto prima il film (che già mi era piaciuto tantissimo) ma il libro è stato molto bello.
La storia si basa sulla vera vicenda delle starving girls ossia delle ragazze (ma anche ragazzi) che dicevano di poter sopravvivere senza mangiare. Infatti, qui incontriamo Anna O’Donnel una undicenne che non mangia da quattro mesi e che sarà tenuta sotto stretta osservazione da due infermiere, Sister Michael e Lib Wright.
Il personaggio di Lib mi è parso molto diverso dalla trasposizione cinematografica, probabilmente perché ne lèggiamo i pensieri più profondi e le sue opinioni. Infatti, Lib sembra molto più cinica nei confronti di Anna. Inoltre, ha un rapporto molto più importante - rispetto al film - con Sister Michael e gli O’Donnels.
L’aspetto religioso è anche MOLTO più presente rispetto alla trasposizione cinematografica. In questo caso, da persona atea e “eretica” (come Lib del resto) mi sono ritrovata molto spesso a buttare gli occhi al cielo. Poi, però, mi sono resa conto di come questa religiosità sia tossica ma non è che per tutti è così. Questo, per esempio, lo vediamo nel contrasto tra Anna e William Byrne: entrambi sono religiosi ma lo sono in maniera molto molto differente.
Il finale per me non è stato un grande twist a causa del film ma non lo avrei sicuramente previsto.