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A review by uraniaexlibris
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban by J.K. Rowling
adventurous
dark
emotional
hopeful
inspiring
mysterious
tense
fast-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? Yes
5.0
E qui, si entra nel cuore della saga. Perché al terzo libro? Perché si squarcia finalmente il velo di Maya. Harry infatti in questo libro viene a conoscenza delle reali circostanze sulla morte dei suoi genitori. I temi di questo libro si fanno decisamente più forti e anche più "importanti", infatti viene affrontato il tema della "prigionia". Il lettore conosce per la prima volta il posto più temuto da qualsiasi mago: Azkaban, una prigione inespugnabile e dalla quale, almeno si pensava, è impossibile evadere. Ma qualcuno ci è riuscito e si tratta di Sirius Black, accusato della morte dei coniugi Potter. La creazione di Azkaban è forse la parte più geniale della storia: una prigione in cui delle creature demoniache, i Dissennatori, rubano e cancellano ogni sorta di ricordo felice o sentimento positivo che porta il prigioniero ad impazzire e dunque a perdere i suoi poteri. I Dissennatori sono creature non complesse e nemmeno dotate di una loro consapevolezza o intelligenza, non sono creature che hanno un'etica, né sanno discernere tra bene e male. Qui sorge spontanea una domanda: "I prigionieri innocenti?". Purtroppo, data la natura dei Dissennatori, la risposta è tristemente scontata: non c'è distinzione tra innocenti o colpevoli, purtroppo Azkaban rivela, anche in un mondo magico, che non esiste una vera e propria garanzia di giustizia. Una persecuzione, quella dei Dissennatori, che ricorda per certi aspetti le vicende legate alla biografia di Henri Charrière ("Papillon"), condannato ingiustamente a scontare l'ergastolo nella terribile Guyana francese, dove i prigionieri, isolati dal resto del mondo, subivano vessazioni e trattamenti disumani dalle stesse guardie (che a rigore di logica avrebbero dovuto rappresentare la giustizia). La pena del mondo magico però va ben oltre la punizione corporale: essa punta a minare la salute mentale del prigioniero, a cancellare ogni ricordo o sentimento felice e positivo. I Dissennatori rubano la lucidità finchè del prigioniero non rimane altro che un guscio vuoto. La vita ad Hogwarts continua come sempre, ancora una volta si ha la conferma della supponenza e dell’arroganza di Draco, il quale non perde occasione di nascondersi dietro il mantello di papà Lucius. Altro tema fondamentale in questo romanzo è il tempo, in questo caso dal punto di vista fisico il mondo magico ha il vantaggio di poterlo piegare, seppur con delle regole ben precise. La vicenda però lascia una riflessione sul tempo che è passato, le cui conseguenze hanno inevitabilmente un impatto sul presente e il futuro. Un monito forse a fare tutto ciò che è in nostro potere per dominare le azioni che dipendono da noi e direzionarle nel modo più positivo possibile di modo che ciò che non dipende da noi non faccia ulteriori danni. Qui lo stile si eleva decisamente. Un altro segno che fa comprendere che si sta aprendo una nuova “parte” della saga, forse più complessa dove i temi si fanno via via sempre più importanti, profondi e certamente la situazione per i protagonisti mostra di complicarsi ulteriormente. Forse la saga inizia proprio qui, e i primi due libri ne erano solo un prologo che ci ha fatto conoscere i personaggi e le dinamiche che intercorrono tra di loro.