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A review by saradallapalma
Home Body by Rupi Kaur
3.0
Penso che Home Body sia un brutto libro di poesie?
Assolutamente no, poiché se lo vedessi dal vivo è pieno di segna pagina. Mi sono piaciute moltissime delle poesie all’interno di questa raccolta soprattutto nella prima e nella terza parte. Probabilmente, ciò è avvenuto perché posso rivedermi nei temi della salute mentale più che in quelli di essere un’immigrata o di essere stata in una relazione amorosa tossica e abusiva. Ciò però non toglie che ho molto apprezzato le poesie anche della parte due e quattro.
Il problema, se così si può chiamare, con questo libro è stato che l’ho trovato meno “appassionante“. In questo momento non riesco a trovare un aggettivo giusto, semplicemente l’ho trovato un volume un po’ sottotono rispetto ai precedenti (il mio preferito rimane ancora di “The sun and her flowers).
Forse un altro problema è che l’insta poetry non è più qualcosa che mi appassiona e che mi coinvolge come lo aveva fatto qualche anno fa.
È però importantissimo sottolineare che penso che l’autrice sia una donna fenomenale, che ne ha passate davvero tante e che con le sue parole riesce ad ancora ad esprimere il dolore. Sopratutto, però, Rupi Kaur riesce a darci un pizzico, o forse anche molto di più, di speranza nel riuscire a essere la migliore versione di noi stessi.
Assolutamente no, poiché se lo vedessi dal vivo è pieno di segna pagina. Mi sono piaciute moltissime delle poesie all’interno di questa raccolta soprattutto nella prima e nella terza parte. Probabilmente, ciò è avvenuto perché posso rivedermi nei temi della salute mentale più che in quelli di essere un’immigrata o di essere stata in una relazione amorosa tossica e abusiva. Ciò però non toglie che ho molto apprezzato le poesie anche della parte due e quattro.
Il problema, se così si può chiamare, con questo libro è stato che l’ho trovato meno “appassionante“. In questo momento non riesco a trovare un aggettivo giusto, semplicemente l’ho trovato un volume un po’ sottotono rispetto ai precedenti (il mio preferito rimane ancora di “The sun and her flowers).
Forse un altro problema è che l’insta poetry non è più qualcosa che mi appassiona e che mi coinvolge come lo aveva fatto qualche anno fa.
È però importantissimo sottolineare che penso che l’autrice sia una donna fenomenale, che ne ha passate davvero tante e che con le sue parole riesce ad ancora ad esprimere il dolore. Sopratutto, però, Rupi Kaur riesce a darci un pizzico, o forse anche molto di più, di speranza nel riuscire a essere la migliore versione di noi stessi.